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18 marzo 1978. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci vengono uccisi da 8 colpi di pistola nei pressi del Centro Sociale Leoncavallo di Milano, che i due diciottenni frequentano. L'omicidio avviene in un Paese sconvolto dal rapimento di Aldo Moro, messo in atto a Roma solo due giorni prima. La Questura parla di una "faida fra i gruppi della nuova sinistra, o inerente il traffico di stupefacenti", ma l'uccisione dei due ragazzi appare da subito una feroce provocazione tesa ad alimentare la tensione sociale. L'ipotesi del delitto politico di estrema destra è confermata dalla rivendicazione, pochi giorni dopo, dei Nuclei Armati Rivoluzionari Brigata Franco Anselmi. Nessuno verrà mai condannato, e nell'immaginario di chi ancora chiede giustizia, i nomi dei due giovani milanesi restano scolpiti nella memoria come "Fausto e Iaio".